PELLEGRINANTI DAL GIORDANO – DOMENICA 12 GENNAIO 2024

Vangelo di Luca (3,15-16.21-22)

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

​Si scorge una proposta inedita che racchiude non solo l’esperienza battesimale di Gesù, ma anche quella di ogni battezzato. Se nell’esperienza del Giordano qualcuno avrebbe voluto vedere dopo i trent’anni di silenzio di Nazaret, il salto di qualità da parte di Gesù con una presentazione hollywoodiana, si trova dinanzi esattamente il contrario.

​Gesù usa una strategia nuova che nessuno si sarebbe aspettato e mostra quella dinamica nuova e diversa che costituirà la caratteristica determinante del nuovo popolo. 

​Di fronte ad un popolo in attesa che mostra tutta la sua staticità e che non intende partire per dare un nuovo annuncio di amore e misericordia, Gesù appare un estraneo. È un popolo che sopravvive e che non intende lasciarsi coinvolgere. 

​È lo stesso popolo che chiede al Battista un Dio forte e rivoluzionario. Questi gli risponde indicando che il suo tempo è finito e che sarà il Cristo che in seguito avrà la forza dello Spirito. Uno Spirito che renderà protagonista tutti e che metterà i semplici e gli ultimi al centro. La sua forza si esprimerà nella profezia e nel servizio.

​Questo popolo di pellegrini che non vuoleandare oltre è un popolo che non intende contaminarsi con il futuro. È l’immagine di una Chiesa bella, ma stanca, attiva ma con mezzi un po’ datati e che ha sempre paura del nuovo e della misericordia. 

​L’arrivo di Gesù segna l’inizio di un tempo nuovo per tutti. Un Dio in movimento che, in fila come tutti, scende nell’acqua ed esce dall’acqua. Un Dio che ribalta le situazioni del passato e intende proseguire verso il futuro con tutti e per amore di tutti.

Gesù propone di diventare pellegrinanti. Passare non solo al Giordano, ma uscire dal Giordano. Passare dalla logica della fede della staticità a quella della profeticità.

Da pellegrini a pellegrinanti.

Una Chiesa che, sebbene massacrata, violentata, offesa è chiamata a diventare una comunità che cammina. Una comunità che avanza e genera amore.

​Una Chiesa pellegrinante che si forma lasciandosi evangelizzare dai poveri e dagli esclusi e che crea nuovi spazi di vita. Una Chiesa che apre le sue porte e non le chiude più, che sdebita e che azzera il male. Una Chiesa che detta i tempi di nuove esperienze e in cui tutti insieme si potrà mostrare che un mondo migliore è possibile.  

Il vostro parroco

Antonio Ruccia