Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non richiederle indietro.
E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso .
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
Ci sono parole che sembrano non avere nulla a che fare con la Bibbia e con tutta la storia della salvezza. Infatti, se “resto” o “avanzo” sembrano calzare benissimo con tutta la storia contorta contenuta nella Sacra Scrittura, altre sembrano essere letteralmente non appartenervi. “Drop” sembra essere proprio una tra queste. Una parola che non rientra né nei canoni tradizionali della cultura ebraica, né tanto meno in quella classica latina o greca che da sempre ha segnato il corso della vita della Chiesa.
Eppure … drop, sebbene di origine anglosassone, calza benissimo con la pagina evangelica che fa seguito alle beatitudini nel contesto del Vangelo lucano. Se drop nell’industria delle confezioni è quel di più che viene indicato per la valutazione adatta per la propria conformazione, nel contesto evangelico indicaproprio la strada nuova enunciata da Gesù perché si faccia la differenza che mostri chiaramente l’amore di Dio per tutti.
Drop sintetizza magistralmente quella proposta di generosità espressa da Dio-Padre nel dono di Gesù all’umanità per la sua salvezza e nello stesso tempo la volontà di costruire una Chiesa con cristiani impegnati nella fatica della costruzione di una storia di misericordia. Drop è la scelta di Dio che viene chiesta proprio a loro per essere uomini e donne che sappiano aggiungere quel di più che manca per realizzare il regno che Dio vuole e che il Battista già aveva indicato come fine, passando per la conversione.
Drop è il passo in più successivo alle beatitudini. E’ vero che sono beati quelli che s’impegnano e si collocano dalla parte deipoveri; è vero che lo sono anche quelli che lottano contro la denutrizione e lo strapotere di chi affama; è vero che si possono fregiare del titolo di beati quelli che non si tirano indietro nel cercare di alleviare le sofferenze e le malattie o quelli che per la pace costruiscono ponti di amore dovunque si trovano; ma è altrettanto vero che Gesù dice chiaramente che i cristiani sono quelli che realizzano progetti di misericordia.
Di qui nasce l’appello ad amare i nemici. I nemici non si amano per vantarsi di essere migliori dinanzi agli altri. I nemici si amano progettando percorsi di riconciliazione che vedano coinvolti tutti, e loro in primis, a favore di un mondo migliore per non creare avanzi residuali che vanno ad incrementare l’economia del sommerso di cui la nostra società ha riempito spazi enormi.
La misericordia è l’espressione della maternità di Dio. E’ proprio quel drop che rivela l’impegno all’attenzione affinché tutti siano fratelli nell’umanità e soprattutto non si fermino di fronte agli ostacoli egoistici di tanti.
E’ proprio questo il compito dei cristiani che, facendo la Chiesa, esprimano in una dimensione plurale la possibilità di un cammino svolto insieme per accorciare le distanze, preoccuparsi della vita umana e toccare la carne sofferente che resta spesso a lateredelle scelte di tanti.
Di qui nasce la volontà di non fermarsi, ma di impegnarsi per un mondo migliore. Questo vale sia per quanto riguarda gli impegni per una società pacifica che metta al bando le armi nucleari, sia per la realizzazione di progetti familiariche evitino le spaccature di tante famiglie che con enorme facilità tendono a separarsi piuttosto che creare futuro. Sono solo due di quelle nuove opere di misericordia che i cristiani sono chiamati a realizzare nella logica di quel drop enunciato da Gesù che continua a sconvolgere l’esperienza della vita umana.
Le periferie della storia e del cuore oggi necessitano di comunità di questo genere. Comunità del drop che sappiano cogliere anche dalle situazioni più difficili le prospettive di futuro per tutti. E’ la logica del “drop” che permette non solo di dire no alla guerra, alle violenze o allo strapotere economico; ma soprattutto di costruire la pace con un’educazione e una formazione che non crei nuovi poveri o spazi di emarginazione, che non dimentichi che il lavoro è alla base della famiglia e dei figli e che il creato non va consumato, bensì valorizzato.
Questo è il drop che Cristo invita a fare ai cristiani che credono nella misericordia che è la faccia femminile di Dio-amore. Questo drop è la differenza che ci fa cristiani.
Il vostro parroco
Antonio Ruccia