Dal vangelo secondo Luca (Lc 4,21-30)
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
E’ stato Einstein con la sua teoria della relatività,(E = mc2), destinata a diventare l’equazione per eccellenza della fisica, a definire che non c’è nulla più veloce della luce. Essa stabilisce che se un corpo emette un’energia sotto forma di radiazione, la sua massa diminuisce di una quantità (E /c2), quindi massa ed energia possono trasformarsi l’una nell’altra. Questo avviene per esempio nei decadimenti radioattivi o nelle reazioni nucleari. L’equazione E = mc2 dice che una piccolissima massa può trasformarsi in una enorme quantità di energia.
Eppure … la velocità della luce non è più un pilastro indiscutibile della fisica contemporanea. Alcuni ricercatori indicano senza equivoci che i neutrini (particelle prive di carica elettrica e con una massa estremamente piccola che non si è ancora riusciti a misurare) sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi. I neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce. Sembra che sia giunto il tempo di entrare in un territorio sconosciuto della fisica, nel quale si potrebbero incontrare, per esempio nuove dimensioni o addirittura una nuova costante fondamentale dell’universo.
E’ una rivoluzione celata che a breve o con tempi lunghi porterà l’umanità verso nuovi obiettivi. E’ la stessa rivoluzione culturale e religiosa che è avvenuta a Nazaret, in quel buco di sinagoga dove Gesù aveva pronunziato un messaggio inaspettato che aveva sconvolto i suoi compaesani. E’ la stessa rivoluzione che non possiamo arrestare e che ci chiede di incominciare ad essere oggi, nella società vittima del coronavirus, profeti della velocità. Una rivoluzione per essere una voce che cammina ad una velocità maggiore di quella della luce e che ci potrà permettere di aprire nuove strade sia per la Chiesa, sia per la nostra fede.
A Nazaret, in quel villaggio sperduto e in quel buco di sinagoga nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere. Il Messia, quegli ebrei concittadini di Gesù, lo avevano da sempre atteso come un eroe. Insomma un nuovo Mosè o addirittura un nuovo re Davide, forte e potente, in grado distruggere tutti i nemici. Avevano atteso da sempre un Messia che li ponesse al centro del mondo e che soprattutto sbrogliasse i problemi atavici della sottomissione a cui erano sottoposti.
A Nazaret nessuno avrebbe mai potuto pensare che Gesù gli indicasse di camminare ad una velocità più veloce della luce per uscire dallo stallo in cui si crogiolavano e attardavano senza mai preoccuparsi di stare in quella situazione.
A Nazaret nessuno poteva accettare che qualcuno esponesse e proponesse un cammino che potesse essere in grado di sprigionare un’energia devastante tanto da coinvolgere tutti in una proposta che aveva come obiettivo quello di aprire nuove strade di bene per l’umanità e non solo per alcuni eletti. Per giunta … figlio del falegname e della giovane donna senza un vero e proprio matrimonio e che non aveva nulla al di là della sua bellezza, non era una garanzia per nessuno, soprattutto perchèquel trentenne aveva pronunziato una sorta di bestemmia nella sinagoga di quel paese.
Gesù, nella sinagoga di Nazaret, con una parola più veloce della luce, più veloce di quel nanosecondo che oggi si sta scoprendo e che sta rivoluzionando tempo e spazio; più veloce di quella degli antichi profeti che non avevano avuto tanti peli sulla lingua, aveva aperto una strada nuova: allo straniero, al diverso, a tutti quanti intendevano realizzare un mondo nuovo, un mondo di pace e giustizia a cominciare dai poveri e dagli umili.
Gesù, nella sinagoga di Nazaret aveva elogiatolavedova di Sarepta di Sidone, la donna fenicia (oggi diremmo libanese) che si era fidata di Elia, il profeta, tanto da dargli quel pugno di farina e quanto restava nell’orcio dell’olio in piena carestia. Insomma aveva dato tutto quanto aveva per vivere. Eppure … non morì e continuò a vivere.
Ed aveva elogiato anche Naaam il siriano, capo dell’esercito del re di Aram, personaggio autorevole presso il suo signore e stimato perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la vittoria agli Aramei. Questo uomo prode era lebbroso, malattia incurabile ai tempi di Gesù. Lui si era fidato di Eliseo e per ben sette volte era andato a bagnarsi al fiume Giordano tanto da tornare, la settima volta, sanato e con una pelle più liscia di quella di un bambino.
E’ un messaggio che esprime un concetto straordinario. Gesù a Nazaret ha aperto per tutti una strada e un futuro di amore ad una velocità superiore a quella della luce. Una velocità forse più veloce di quella di un nanosecondo, che ci richiama,dopo oltre duemila anni, a perseguire nuovi obiettivi e a generare un’energia nuova senza avere paura di nessuno. Strade nuove per una Chiesa nuova a partire dai poveri (la vedova) e dagli umili (il lebbroso). Una Chiesa profetica e al tempo stesso intraprendente.
La Chiesa delle lumache e dai passi pesanti non riesce a vedere cosa c’è dietro l’angolo.
E’ il tempo di una Chiesa-comunità da un’energia nuova che deve generarsi senza perdere tempo e senza attardarsi. Una Chiesa che parli la lingua dell’amore e che sprigioni energie di universalità. Una Chiesa che oltre alle marce della pace sappia educare, senza paura e senza pensare di provocare traumi psicologici sia nei giovani quanto negli adulti, a non accettare le nuove guerre nucleari che si nascondono accanto a noi. Una Chiesa che sia sempre dalla parte di chi non ha medicine e di chi muore di fame mentre una parte dell’umanità ammassa il cibo nelle discariche dei rifiuti.
E’ tempo che la Chiesa scopra il dialogo con la scienza, con la fisica, con la letteratura, con la cultura della vita e viaggi senza timore contro ogni forma di violenza e di sopruso.
E’ questo il cammino per essere una Chiesa che vada oltre quel nanosecondo che le impedisce di essere bella e disponibile per costruire la civiltà dell’amore.
Il linguaggio di Gesù è quello della profezia e del coraggio che vede l’ingiustizia e la combatte; è quello che ricorda il passato e se ne serve per cogliere il nuovo nel presente; è quello che si pone sulla strada della solidarietà come il Samaritano; è quello che arriva anche a noi e raggiunge tutti noi con la velocità superiore a quella della luce e per sollecitarci a diventare quelli che ogni giorno si giocano tutto per amare il mondo.
E’ il tempo della comunità dei nanosecondiche velocizza il cammino e abbatte il tempo che resta per andare lontano e costruire la civiltà dell’amore.
Il vostro parroco
Antonio Ruccia