Dal Vangelo secondo Marco (16,15-20)
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.
Tempo scaduto per gli Apostoli!
Avevano scoperto la grandezza del Risorto; avevano vissuto con Lui dopo i tragici giorni della sua crocifissione; avevano condiviso il pasto del pesce arrostito sul lago e la fraternità del Cenacolo; avevano recuperato la vigliaccheria della notte dell’arresto, quando erano scappati rifugiandosi nei posti più impensati pur di non essere tacciati di essere “quelli che stavano con il Nazzareno”, riconciliandosi e chiedendo perdono; avevano riaperto le porte della stanza al primo piano anche alle donne, superando gli schematismi rigidi della cultura ebraica; avevano riacquistano piena sicurezza, ma per tutti ora il tempo era scaduto. Bisognava andare e proclamare a tutti il Vangelo, la bella notizia che Gesù, il Crocifisso, l’escluso, il condannato, l’emarginato, il visionario, il pacifista, il fuorilegge, era il Risorto in grado di dare un senso nuovo a tutta la vita.
Tempo scaduto per gli Apostoli, ma … anche per noi!
Tempo scaduto per gli indecisi e per i pigri; per quelli che rimandano sempre le loro decisioni; per quelli a cui piace solo crogiolarsi in se stessi e che non intendono mettere la testa fuori del proprio mondo.
Tempo scaduto per i nostalgici della tradizione; per i piagnucoloni che credono solo nel passato e non riescono mai a vivere il loro tempo come opportunità; per chi vive la fede attaccandosi a schemi anacronistici e indicando la strada della sufficienza e della superficialità; per chi non ha intenzione di mettersi in gioco.
Tempo scaduto per i mammoni, per chi vive sotto la campana di vetro, per chi non sa distaccarsi dagli affetti, per chi ha paura dei potenti, per chi preferisce vivere da talpa, per chi non fa nascere la vita, per chi sopravvive.
Con gli Apostoli Gesù è stato fin troppo chiaro. Ed è chiaro anche con noi.
I credenti non possono appartenere alla categoria degli “scadenti”. Sono quelli dei segni nuovi, quelli del Vangelo e quelli della via. Sono quelli che non si limitano a pregare guardando il cielo e aumentando la categoria dei trasognati che attende la manna.
Sono quelli dei tempi nuovi; quelli che dicono “no” alle armi e s’impegnano per la pace senza strumentalizzarla a favore di una fazione partitica; quelli che contestano il denaro utilizzato per la costruzione delle testate nucleari; quelli che, dinanzi allo strapotere economico di alcuni, non piegano il capo, ma li rincorrono per stimolarli alla costruzione di un’equa società.
Sono quelli che vivono i loro giorni nel segno dell’amore; quelli che parlano e si fanno intendere anche da chi conosce solo la sua propria lingua d’origine perché fraternizzano con tutti; quelli che accolgono e non respingono; quelli che creano prospettive future; quelli che non ammazzano i primi germi di vita e non staccano gli ultimi aliti di speranza.
Sono quelli che lottano contro le malattie; quelli che non distruggono la natura; quelli che sanno coniugare il lavoro con l’ecosistema; quelli che sanno ricominciare il giorno dopo aver avuto uno stop.
È tempo di andare, nella piena consapevolezza che i cristiani sono quelli della via, sono quelli che hanno al loro fianco il Risorto che non li lascerà mai per via.
Il vostro parroco
Antonio Ruccia