Scartato, affidato, rifiutato … quante volte questi termini sono risuonati sulla bocca di tanti per cercare di individuare il più adatto per capire e spiegare quanto era accaduto nei tuoi pochi giorni di vita.
Eppure … caro Luigi,
gli stessi termini più di sue secoli fa, sono stati usati per un altro bambino. Un bambino che i suoi genitori hanno chiamato Gesù
Un bambino come te, scartato. Scartato forse perché nessuno ha offerto accoglienza ai tuoi genitori. Scartato perché qualcuno aveva paura di te. Scartato perché era incomprensibile che l’atteso delle genti potesse nascere sotto le specie di un povero e non in un megapalazzo.
Quel pianto che squarciò la notte, non solo fece sobbalzare dal sonno i pastori, ma li ha spinti ad andare da Lui.
Insomma proprio come è successo a te. Il tuo pianto ha messo in moto una macchina di solidarietà che ha raccolto tanti e tante che, ricredendosi sull’efficacia di una culla termica nell’era del post-moderno e del pieno efficientismo, non solo ha posto degli interrogati ma, soprattutto, ha aperto nuovi squarci di vita.
Un bambino affidato come te.
E sai perché? Perché più che abbandonato tu, come Gesù, sei stato affidato. Affidato ad una parrocchia, ad una comunità che ti ha accolto in un batter di ciglia incondizionatamente.
Sai, a Betlemme, quel bambino si è affidato all’umanità e in tanti lo hanno subito amato. Proprio come te che hai sensibilizzato tante famiglie all’accoglienza e a cominciare l’iter per quell’affido che in tanti avrebbero voluto aver già aperto per poterti subito avere come figlio.
Un affido che ancora oggi chiede che nessuno sia lasciato solo. E tu, come quel piccolo di Betlemme, ci affidi un compito: impegnarci per la vita e non lasciare nessun bambino per strada, né quando nasce, né quando cresce, né quando diventerà uomo, perché nessuno è un errore.
Rifiutato proprio come quel bambino a Betlemme ritenuto da molti un avanzo. Ma né tu, né quel Bambino di nome Gesù siete un avanzo.
Tu per noi sei una persona che incita ad amare, a lottare, a promuovere la vita. Insomma a dare futuro, a generare e rigenerare un mondo nuovo.
Caro Luigi,
grazie per essere venuto a spronarci a credere che ogni bambino ha un compito preciso. E noi, … sulla scia del Bambino di Betlemme, crediamo che è nostro compito impegnarci per la vita. Per una vita che non deve arrestarsi né di fronte alla pandemia, né di fronte a tutto ciò che la contrasta o la distrugge.
Ora vogliamo solamente dirti che c’impegniamo a vivere perché ci sia sempre un giorno nuovo che squarcia anche la notte più oscura.
Buon Natale.
Don Antonio