IL FEDOMETRO – 6 Ottobre 2019

Dal vangelo secondo Luca (Lc 17, 5-10)

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

Gli apostoli, scossi dall’insegnamento del Maestro sull’ineluttabilità degli scandali e sulla necessità del perdono illimitato, si rivolgono a Gesù per chiedergli che la loro fede possa essere rafforzata. Chiedono un integratore di fede acquisibile a basso prezzo e che possa dare, attraverso un misuratore, la certezza a sé e agli altri che non si stia sbagliando. Certezze che infondano fiducia nelle proposte del cammino in corso, ma soprattutto che siano in grado di dare per il futuro le garanzie da tutti domandate.

Per farla breve: gli apostoli cercano e chiedono a Gesù il fedometro. Uno strumento che sia in grado di misurare la fede e soprattutto dia modo di far pensare che il cammino fino allora svolto, nonostante le sconfitte e le stanchezze, abbia dato ottimi frutti e debba essere continuato.

    Traspare chiaramente quella fede bambina e preadolescenziale che caratterizza tanti. La fede delle sicurezze che cerca carte giustificative e polizze assicurative che siano in grado di mostrare che non si stia sbagliando. E’ la fede delle devozioni, delle offerte elargite per ottenere contraccambi di grazie, delle candele accese, dei sacramenti pagati e delle assenze con tanto di carte giustificative e controfirmate da illustri titolati pronti a garantire perché custodi di fedometri acquisiti per onore.

I servi inutili si misurano, infatti, come sbriciolanti e schiodanti.  Come uomini e donne di Eucarestia sempre pronti a offrire e offrirsi come cibo per il bene dell’umanità e sempre pronti a spendersi per l’umanità. Come giovani e ragazze che non disdegnano preghiera e volontariato; come persone aperte al dialogo e al confronto; come cercatori della verità e non trascinati da leader che cercano di comunicare e imporre uno stile di fede; come impegnati per la pace e per la giustizia.

  Il fedometro misura la misericordia di quelli che vogliono continuare a camminare e, nonostante le stanchezze, proseguire lungo la strada. Il tutto al fine di costruire una Chiesa diversa e più dinamica che faccia la differenza. Che sia una casa aperta al domani indicando nella lode e nel servizio il criterio per non sentirsi mai degli arrivati e dei derivati, ma deglii invitati a cominciare ogni giorno. Insomma servi inutili, ma con una certezza: essere servi di misericordia.

Il vostro parroco

Antonio