MARIA DONNA DELLA VENTICINQUESIMA ORA – Dai travagliati ai risuscitati

MARIA DONNA DELLA VENTICINQUESIMA ORA
– Dai travagliati ai risuscitati

Dal vangelo secondo Luca (Lc 1, 39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa

Maria è una donna senza tempo e senza paura. Senza calcolare il tempo a sua disposizione in fretta cammina verso la casa di sua cugina Elisabetta.
I tempi di Maria non sono quelli degli uomini. Non hanno la stessa scadenza della cronologia e dei tempi spaziali che determinano i percorsi degli uomini e delle donne. Sono i tempi di una donna rivoluzionaria che con il suo veloce incedere scandalizza il mondo superando le convenzioni create dalle logiche strategiche del quieto vivere.
I tempi di Maria sono quelli segnati dall’incontro dove, prima il sussulto e poi il travaglio fanno sentire il loro “rumor”. Proprio come quelli della donna dell’Apocalisse che non scappa dinanzi alle problematiche dell’umanità, ma genera chi queste stesse problematiche le riscatterà con l’unica e sola rivoluzione della storia: l’amore gratuito e oblativo! E’ lei che pone le lancette sull’ora “dell’amore”. Scardinando i “tempi morti” della staticità e dell’immutabilità e soprattutto suggerendo che la parzialità non produce mai la totalità dell’essere uomini e donne forti per l’eternità. Maria insegna a tutti a superare la parzialità, tanto da indicare come la fedeltà si costruisce con i passi e i tempi della continuità.
I tempi di Maria sono quelli dell’attenzione a tutti i travagliati e agli incompresi di ogni tempo. In lei appare tracciata la strada diversa di chi intende rilevare, che il palpito di un grembo materno è più potente di tutti gli armamenti più sofisticati e ben protetti negli arsenali.
I tempi di Maria sono quelli della Chiesa e dei cristiani di un’ora futura che comincia nel presente. E’ l’ora del no alle armi che massacrano i piccoli; del no alle manipolazioni e all’uso degli uomini come cavie umane; del no a un’economia che capitalizza per distruggere chi quotidianamente cerca di sopravvivere.
Maria è donna della venticinquesima ora. Di quella che comincia oggi e crea già oggi il futuro. E’ l’ora degli uomini coraggiosi; dei semplici che evangelizzano nelle case e sulle spiagge; degli impegnati contro le violenze e la fame; di chi accoglie i poveri e di chi mette a disposizione la sua casa per chi si ritrova per strada.
La venticinquesima ora è quella della risurrezione. E’ quella dei cristiani che costruiscono la Chiesa nelle strade e tra le abitazioni dei poveri. E’ l’ora che non coincide con un termine, ma è l’ora della vita.
La venticinquesima ora è quella di Maria, modello concreto della Chiesa della novità che non invecchia. La venticinquesima ora è quella dell’amore che non ferma il tempo, ma lo rinnova e lo indica come l’inizio di un amore che non ha tempo perché è eterno.
Il vostro parroco
Antonio Ruccia