Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Gesù apre definitivamente ai dodici. Non chiede loro di sostenere esami . Non li ritiene impreparati, ma con coraggio li posiziona sulle strade quali costruttori di bene. La scelta appare palese: non intende costruire una comunita di stanziali ma di intraprendenti marciatori. Chiede loro di registare le suole dei loro calzari e ri mettersi subito in cammino.
Per quanto riguarda l’occorrente più che essere spartano doveva essere sullo stile di Mosè. Il bastone sarebbe servito x battere nel momento opportuno. Proprio come Mosè nel momento del passaggio sul Mar Rosso. Passare per procedere dalla schiavitù alla libertà. Inoltre di non essere affamato o affannati, ma si portarsi con sé gli effetti del pane azzimo perché annunziare amore richiede essenzialità
Il tutto al fine di costruire famiglie nuove.
Dalla strada alla famiglia. Questo é quanto chiede ancora oggi il Signore. Non chiese di devozioni, ma famiglie di motivazioni
Lottare per la giustizia, creare spazi di vita, vivere la santità senza ripetitività, accogliere e continuare a formare giovani ricchi di bontà. Insomma famiglie cone chiese aperte. Chiese aperte e non staziate, ma piene di persone motivate.
Il vs parroco Antonio Ruccia