UNA CHIESA DI FIGLI … AMATI E? UNA COMUNITA’ SENZA PORTE – Domenica 21 Maggio

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15,12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amati voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri»

Non si tratta di un discorso “di addio”, né tanto meno una resa da parte di Gesù per le difficoltà incontrare nel lasciare passare la lieta notizia del Vangelo. E’ un discorso programmatico che conduce a costituire una nuova famiglia. Infatti, con la promessa del dono dello Spirito ai Dodici, Gesù getta le basi per la costituzione di una Chiesafamiglia.

Una vera e propria “comunità differenziata” perché formata da persone diametralmente opposte, ma concretamente realizzate tra loro in una dinamicità che li permette di essere in continuo movimento.

Una chiesa dove nessuno è un orfano. Gli orfani, infatti, si portano dietro le carenze affettive che purtroppo a loro sono venute a mancare. Gesù, invece, chiamando amici i suoi non solo li rende partecipi della sua stessa vita, ma li genera per essere tra loro complementari e pronti a rigenerarsi tra loro e con gli altri nell’amore. La Chiesafamiglia è una comunità di figli, dove si genera la vita, si crea l’amore e si pone al centro il servizio.

L’esperienza di Filippo in Samaria, agli inizi dell’evangelizzazione dei discepoli fuori da Gerusalemme è un’esperienza di missione kerygmatica, dove si annuncia e riannuncia il Cristo morto e risorto. Filippo dopo aver proposto quanto già qualcuno aveva fatto a Gerusalemme, chiama gli altri e insieme formano un’altra comunità. Si tratta di una Chiesafamiglia tutta nuova, dove è bandito l’assistenzialismo, il conservatorismo, i tradimenti e dove a farne da collante è l’oblatività come unico criterio di “fedologia”.

Una Chiesa di figli … amati è una comunità dello Spirito e una famiglia aperta. Aperta ai problemi, alle dinamiche della vita, a generare possibilità d’incontri con i lontani, a promuovere il servizio oblativo, a non essere circoscritti nell’ambito esclusivamente ecclesiale, ad affrontare le sfide dell’ateismo e del lassismo del terzo millennio, a capire che la Chiesa è una comunità senza porte perché portatrice di amore senza ostacoli e barricate.

Il vostro parroco

Antonio Ruccia